Monomeri
Studi nichilisti
Autore : Alessandro Mirannalti
Collana : Impronte
ISBN:978-88-6039-360-9. , Anno 2015
pagg. 76; cm 17X24 Italiano
Br.
€ 10.00
Descrizione
Alessandro Mirannalti intitola “Monomeri” un ampio ventaglio di racconti, marcati dall’aggettivo “nichilista”, in cui una sottesa filosofia esistenziale filtra negli intrecci di situazioni e circostanze ispirati alla precarietà delle dinamiche relazionali nel sentimento opinativo del vivere.L’incedere dello scrivere è ravvivato dall’azione consolatoria ed immunizzante dell’ironia che svela ed illumina l’acuto scandaglio delle fisionomie dei personaggi nelle trame riportate, nelle sequenze dialogiche dai risvolti inaspettati, in epiloghi ora propositivi, ora sconcertanti.
Ogni episodio, definito dall’autore “Monomero”, designa un’originale unità strutturale narrativa, ispirandosi al linguaggio della chimica in senso metaforico.
Ogni racconto diviene una sorta di modulo realistico di un’esistenza “polimera” nel variare delle vicende, nel reiterarsi dei vissuti analizzati per così dire in base al loro “peso molecolare”, nella dialettica degli apporti emozionali e cognitivi secondo un processo di caratterizzazione psicologica dei protagonisti.
Il nichilismo, quale atteggiamento dominante, è rigenerato da una raffinata vena sarcastica che si attiva quale sguardo indagatore negli “sbilanci”, nelle “autòstime”, nelle “sindromi sdecisorie” dagli accenti linguistici creativi ed originali che inducono a riflettere sui sistemi di valori cui fa riferimento l’individuo sul piano personale e sociale verso un’etica da valutare, da salvare o da infrangere nella dimensione del quotidiano.
Il lessico è arguto, scattante, descrittivo, febbrile sul piano dei registri espressivi secondo la cifra stilistica di un “eclettismo” scelto: ora classico, impreziosito di vocaboli aulici; ora specialistico, ricco di spunti traslati per colorarsi di intonazioni popolaresche toscane nell’uso di nomi propri e nelle ambientazioni.
Nell’alveo idiomatico di inflessioni del parlato, l’agilità dello scrivere è punteggiato da neologismi funzionali alla resa degli intrecci.
Una pluralità di storie si avvicendano improntate ad un gusto ora bozzettistico ora drammatico, talora sintonizzate ad un quieto realismo, secondo ricercate ottiche introspettive in cui fa la sua comparsa un delicato humour a liberare i disagi dei personaggi ritratti ed a rendere empatica la fruizione del lettore.
La domanda sul senso della vita, la sua inquietudine e mutevolezza, “il suo bulicame” come afferma l’autore, l’inevitabile dialettica vita-morte è sostenuta da uno slancio intellettivo che intende afferrare e soppesare il conflitto interrogante l’atto conoscitivo del reale tra relativismo e l’approdo alla coscienza trascendente ed appagata del credente.
In ultima analisi è il procace pragmatismo gnoseologico del nostro autore che si dipana in questi racconti nella varietà singolare di vicende tra normalità e paradosso, tra verità e finzione, per indurci a riflettere con vigile e sorridente attenzione sui possibili scenari della commedia dell’esistere.
Silvia Ranzi .