Vitamina D
Una storia antica ancora da scrivere
Autore : Costantino Romagnoli
Collana : Edizioni Speciali
ISBN:978-88-6039-546-7. , Anno 2022
pagg. 128; cm 16,5x23,5 Italiano
brossura
Non in vendita
Descrizione
Questo piccolo volume è dedicato a tutti i pediatri e i neonatologi che credono che la prevenzione del deficit di vitamina D sia importante per la salute nell’età evolutiva.La vitamina D fu identificata nel 1932 da McCallum ed ha richiesto oltre quaranta anni di studio prima di capirne le complesse funzioni biologiche, genomiche e ormonali.
Negli ultimi anni l’epidemiologia ha dimostrato che l’ipovitaminosi D è diventata una delle emergenze cliniche in tutti i paesi del mondo, anche in quelli che, grazie alla posizione nel globo terrestre e all’esposizione solare, ritengono di non correre rischi di carenze da vitamina D. Il mio personale interesse per la vitamina D nasce da molto lontano.
Sono nato nel periodo post-bellico e ho avuto un rachitismo carenziale che ha richiesto somministrazione di vitamina D per molto tempo.
Da sempre nella mia professione ho consigliato una profilassi con vitamina D soprattutto nei mesi non estivi perché ritenevo che sia la somministrazione alimentare sia la produzione autoctona sulla pelle non fossero sufficienti a prevenirne la carenza.
Non ero consapevole, fino a qualche anno fa, che la vitamina D avesse effetti al di fuori della struttura ossea e dentale, ma la curiosità mi ha portato ad approfondire il problema e a scoprirne azioni e funzioni molto più complesse.
Questo piccolo scritto vuole fare il punto su tutte le azioni biologiche della vitamina D e sull’influenza che l’ipovitaminosi D può avere sulla salute dal concepimento all’età senile.
Studiando il problema mi sono reso conto che probabilmente la vitamina D non è la panacea universale, ma che la sua carenza è diventata un problema universale.
Se poi le associazioni trovate tra vitamina D e la miriadi di patologie studiate siano solo casuali e non causali ha poca importanza perché l’ipovitaminosi D va evitata.
E va, soprattutto, evitato di continuare a ritenere l’ipovitaminosi D un “non problema” come molte autorità internazionali vorrebbero far credere, perché, invece, lo è e dovremmo renderci conto che quanto stiamo ora facendo non è sufficiente ad evitarlo.
Lungi dall’essere un’opera enciclopedica, questo contributo, certamente incompleto, offre un aggiornamento (all’ottobre 2021) sullo stato dell’arte delle azioni biologiche della vitamina D che potrà servire da guida per ulteriori approfondimenti.
Spero possa essere utile ai pediatri e ai neonatologi e anche a coloro che rivolgono il loro interesse alla medicina del futuro.