Moreno Benelli, Autore
Cenni biografici
Moreno Benelli, nato Castelpulci (Scandicci) l’11 gennaio 1929, è stato uno studioso appassionato, membro dai primi anni ’80, del Gruppo Archeologico Signese (G.A.S.) con il quale dette origine nel 1997 al Museo della Paglia di Signa.La vera vocazione la scoprì per caso, sul treno che lo conduceva al suo lavoro di ragioniere, a Firenze, grazie all’incontro con Remo Vannini il quale lo invitò a partecipare alla riunioni del Gruppo che si tenevano in una piccola stanza presso la Pieve di San Giovanni a Signa.
Conobbe qui Simonetto Simoni, Otello Nannucci, Licia Levani e Sergio Baldini.
Nella sede messa a disposizione da don Ciampi erano stati raccolti alcuni reperti di epoca romana trovati durante le escavazioni nei Renai ed inventariati da Carlo Moschini.
Qui il ragionier Benelli, che mai aveva amato quel suo lavoro ma che svolgeva con la caparbietà che lo ha sempre distinto, si dedicò dal 1984, insieme al Gruppo, alla trascrizione delle lettere di Vettura del mercante pratese Datini: da autodidatti si cimentarono nello studio della paleografia e delle abbreviazioni mercantili medievali riuscendo così a trascriverle e comprenderle.
Molte le campagne di ricognizione sul territorio portate avanti dal G.A.S., del quale Benelli fu anche presidente; notevole la raccolta fotografica che negli anni hanno costituito e che è diventata un archivio preziosissimo sulla vita quotidiana e sui mestieri del territorio della Piana fiorentina.
A Moreno in modo particolare si deve l’aver trascritto e curato gli Statuti e le riforme del comune di Signa che coprono un arco temporale assai vasto, dal XIV al XVII secolo, opera che uscirà postuma.
Con la serietà che gli era tipica, Moreno si dedicò nella chiesa di Santa Maria in Castello anche al riordino del prezioso archivio e della biblioteca che, dopo la sua morte, gli è stata dedicata.
Benelli passava al vaglio ogni citazione o affermazione che intendeva utilizzare per i suoi studi andandone sempre a ricercare la fonte originale: questo gli ha permesso di individuare molti fraintendimenti che ha contribuito a correggere.
Una delle sue maggiori soddisfazioni fu quando nell’ottobre 2005, durante un seminario di specializzazione su Scrittura e comunicazione antica tenutosi presso l’Archivio di Stato di Prato, venne chiamato senza preavviso dalla soprintendente Diana Toccafondi a relazionare sulle lettere di vettura del Datini, studio che aveva da poco pubblicato: lui, che si era iscritto come partecipante, si ritrovò ad essere docente, per un giorno, insieme a studiosi affermati come Franco Cardini ed Elena Cecchi.
Amava il castagnaccio, leggere le Laudi al mattino e cantare La canzone del Piave: la sua ironia e la sua irascibilità erano pari solo alla sua onestà, all’amore per la famiglia e per la storia.
E’ morto nell’agosto del 2011.
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